La ricchezza dell’uso della voce e del canto libero nei contesti terapeutici

PERCHÈ L’USO DELLA VOCE? QUAL’ È LA RICCHEZZA DI QUESTA RISORSA?

La voce è soprattutto vibrazione, tutto nell’universo è un campo energetico. Se riduciamo tutta la materia alle particelle, la scienza ci dice che si tratta di un insieme di particelle in movimento. Ovvero, energia vibrazionale in movimento.

La nostra voce, unica e irripetibile, è lo strumento autentico attraverso il quale siamo parte dell’orchestra del Creato. Con la nostra voce possiamo attraversare diversi piani di esistenza  come fanno gli sciamani. Inoltre, la voce racchiude un potere di espressione completa del nostro essere, che va oltre le parole.

In quello che definisco canto libero, tutti i suoni che emergono dalla gola sono validi e preziosi, perché ci esprimono, ci liberano e ci trasformano.

In questo senso, la ricchezza del canto libero, della voce espressa senza pregiudizi né censure di tipo estetico, è quello che ci mette in contatto con il nostro essere interiore creativo, con la capacità di fluire, di sciogliere, di potenziarci, di accettarci e amarci mentre ci offriamo.

COSA DICE LA SCIENZA SUI BENEFICI DEL CANTO?

La scienza oggigiorno ha dimostrato ampiamente i benefici in termini di salute e benessere che ci offre il canto.

Vediamone alcuni:

  • Quando cantiamo liberiamo le endorfine, gli ormoni del benessere e della felicità.
  • Liberiamo ossitocina: alleviando lo stress, l’ansia, e migliorando quindi il sistema immunitario.
  • Dal momento che richiede di concentrarsi nella respirazione, cantare è eccellente per la salute polmonare e cardiovascolare.
  • Attiva l’emisfero del cervello connesso con l’intuizione, l’immaginazione e la creatività.
  • Cantare aumenta la nostra capacità di attenzione, l’autostima e l’abilità di comunicare con gli altri.
  • Grazie alle vibrazioni si modificano gli stati fisici ed emozionali.
  • Cantando in gruppo inoltre si amplificano tutti questi effetti. Oltre a ciò si sincronizza il ritmo cardiaco e respiratorio di tutti i partecipanti.
  • Tutto questo accade senza la necessità di essere un virtuoso del canto.

IN CHE MODO IL CANTO LIBERO PUO’ DIVENTARE UNA RISORSA IN AMBITO TERAPEUTICO?

Sappiamo quindi che il canto aiuta anche da un punto di vista psicologico, aumentando il benessere interno di una persona. Tuttavia, se ci addentriamo nell’ambito più concreto della relazione d’aiuto psicologica e psicoterapeutica, è necessario un tipo di intervento più specifico. E, in questo senso, non potrà essere sufficiente il semplice atto di cantare.

Andiamo a vedere quindi quali ingredienti o fattori fanno sì che il canto possa riparare una ferita psicologica.

Come è stato detto in precedenza, il canto arriva oltre le parole, esprimendo con facilità il mondo interiore ed emotivo di una persona. In linea di massima quindi, dare suono ad un sentire o un’emozione contribuisce a porre l’accento e sbloccare qualcosa che non riesce ad essere espresso in quel momento.

Possiamo quindi chiederci quali meccanismi intervengono a facilitare questo processo.

SUONO → TRANCE → ACCESSO ALL’INCONSCIO –> LIBERAZIONE EMOZIONALE

Nel suo libro “L’effetto del canticchiare”, Goldman espone le conclusioni di alcuni studi scientifici realizzati con un gruppo di persone che cantavano il famoso mantra OM. Secondo questa ricerca pare che siano sufficienti cinque minuti di intonazione dell’OM perché il sistema limbico si disattivi, e di conseguenza anche gli stati emozionali ad esso connessi, generando una sensazione di calma e serenità lontana dallo stato di stress.

La parola “trance” significa “trasferire” l’attenzione da un luogo all’altro.

Abitualmente la nostra attenzione è divisa fra l’esterno e l’interno, ed è molto facile che per la maggior parte del tempo siamo orientati più verso l’esterno che verso l’interno. La trance senza dubbio, è uno strumento utile per riuscire a rivolgere la nostra completa attenzione verso il nostro mondo interno, e quindi, accedere a tutte le nostre risorse inconsce.

“I problemi delle persone nascono dai limiti appresi nel periodo dell’infanzia. L’obiettivo della trance è sciogliere questi limiti dagli schemi di riferimento abituali per permettere che la vasta riserva di potenzialità possa operare”. Milton Erickson

È stato provato scientificamente che nello stato di trance si produce una maggiore attivazione dell’attivazione cerebrale, soprattutto nell’emisfero destro. Possiamo affermare che la trance sia terapeutica in se stessa. Di fatto, le maggiori e differenti connessioni neuronali che hanno luogo in questa zona permettono di ampliare altri livelli di coscienza, e a partire da lì ottenere una comprensione più profonda.

Non possiamo inoltre dimenticare che l’attivazione dell’emisfero destro è in relazione anche con l’intuizione, l’immaginazione e tutte le funzioni creative, e agevola, per tanto, la connessione con tutta la sfera delle possibilità e delle risorse interiori.

COSA SUCCEDE QUANDO ENTRIAMO IN TRANCE CON IL CANTO LIBERO?

Quando attraverso il canto libero entriamo in trance, si apre anche la porta dell’inconscio che ci permette di entrare in contatto con la nostra esperienza interiore.

L’inconscio è esattamente il luogo dal quale possono affiorare ricordi del passato anche molto antichi, che poco alla volta si dischiudono per essere guardati, recuperati o anche solo chiudersi, e in questo modo poter essere sanati.

Tutto questo riveste una grande importanza, in un processo terapeutico. Spesso il terapeuta si trova ostacolato dai meccanismi di resistenza del paziente, che quasi senza rendersene conto rifugge dall’entrare in certi temi dolorosi. Il paziente resiste perché non vuole soffrire, e perché su di lui incombono alcune credenze limitanti e blocchi emotivi che si erano creati nella sua infanzia. In questo senso può dire a se stesso “che non potrà sopportarlo” o “che la sua rabbia potrebbe ferire seriamente qualcuno” o “che non ce la farà mai”…

Possiamo vedere, dunque, che i meccanismi di difesa si creano nelle aree cognitive del nostro cervello a partire dai dialoghi interni che la persona imbastisce, legati ad esperienze più o meno traumatiche.

È come il racconto dell’elefante del circo che fin da piccolo era stato legato ad un palo perché non potesse fuggire. Molte volte l’elefantino cercò di liberarsi e non ci riuscì. Quando crebbe e diventò adulto, con una semplice zampata avrebbe potuto sciogliersi e liberarsi. Però la sua credenza di non esserne in grado e di non avere sufficiente forza rimase cristallizzata nella sua esperienza infantile e nella sua memoria, non essendo ormai più capace di camminare liberamente.

Una delle qualità del canto libero, in forma di intonazioni o suoni, è proprio quella di abbassare la frequenza dei processi cognitivi e razionali. Inoltre la musica e le emozioni sono strettamente collegate nel nostro cervello. Infatti, se si canta ad un certo volume sarà impossibile mantenere un discorso mentale interno. In parole povere si potrebbe dire che:

cantare riduce i pensieri, mentre amplifica il sentire.

Questo è quindi ciò che ci aiuta a sciogliere la resistenza, indirizzando l’attenzione verso il proprio sentire attraverso il suono e il canto libero, e a partire da lì liberare tutto ciò che era rimasto bloccato nell’inconscio.

A questo punto possono succedere diverse cose.

  • Il paziente può cantare o attraversare con il suono le emozioni che in un dato momento non era riuscito ad esprimere.
  • Può anche affrontare una situazione relazionale antica, e aggiornarla attraverso il suono libero, dato che il suono può esprimere molto più di quello che fanno le parole.
  • Altre volte può succedere che la persona entri nel proprio inconscio attraverso il suono, e affiorino tematiche antiche di cui non era nemmeno cosciente, e che non erano mai state prese in carico, e in questo modo possa finalmente chiuderle in modo sano.

Anche se ho illustrato solo pochi esempi, i cammini possono essere molteplici.

CONCLUSIONI FINALI

In sintesi, ciò che è interessante per la terapia è tenere in conto la relazione fra i seguenti fattori:

canto libero – trance – mondo inconscio e mondo emozionale

In definitiva, il terapeuta quando fa cantare, intonare o emettere dei suoni al suo paziente lo aiuta ad entrare in contatto interno con se stesso portandolo in trance. Lo stato di trance apre le porte all’inconscio permettendo che, attraverso il canto libero, esca il materiale emozionale represso e si liberi.

Stato di trance attraverso il canto libero

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